LA DIFESA DELLA CAPACITA’ GENITORIALE - 26 settembre 2020
Il processo di separazione è lungo e il più delle volte accidentato. La principale difficoltà è costituita dal conflitto che gli ex coniugi vivono e che li ha condotti alla scelta – spesso non condivisa – di concludere l’esperienza matrimoniale.
Si è più volte osservato come in queste situazioni non ci sia un’unica vicenda separativa a cui guardare, ma tante esperienze quanti sono i protagonisti delle stesse: esiste una separazione secondo il punto di vista del marito, una separazione secondo il punto di vista della moglie. Le diverse sensibilità e personalità, così come i diversi ruoli nella vicenda fanno sì che le differenze nel vivere queste vicende siano molto spesso quasi incolmabili.
Il ruolo del mediatore non è – né potrebbe essere pena il fallimento dell’intero processo – quello di negare tali diversità, come le emozioni a esse connesse.
Il ruolo del mediatore è al contrario quello di facilitare la comunicazione tra i protagonisti della vicenda, permettendo loro di esprimere le emozioni che stanno vivendo e ricostruendo insieme a loro la storia che li ha prima uniti e poi divisi. Questo processo, talvolta conflittuale, spesso doloroso e sempre lungo, permette ai due protagonisti di conciliare la posizione di ex coniugi in conflitto con quella di genitori che debbono collaborare.
Il recupero della capacità genitoriale avviene proprio nel momento in cui si riesce a andare oltre il conflitto tra ex coniugi, o perlomeno quando questo conflitto scende a livelli tali da non assorbire più tutte le loro energie.