DIFFERENZA TRA MEDIAZIONE FAMILIARE E CTU - 16 gennaio 2021
Sia la mediazione familiare, sia la CTU intervengono in situazioni di separazione, normalmente in presenza di figli e quasi sempre in situazioni di elevata conflittualità. Esistono però delle differenze sostanziali tra questi due interventi, che vale la pena elencare e descrivere.
Una prima differenza riguarda la genesi del processo. La CTU viene disposta dal giudice, mentre la mediazione familiare nasce su base volontaria, nel senso che viene decisa dagli interessati, con o senza la sollecitazione del loro legale di fiducia.
Una seconda differenza riguarda il momento in cui questi percorsi si svolgono. La CTU si caratterizza per il suo essere una forma di intervento con la coppia genitoriale durante il procedimento di separazione giudiziale ed è in ogni caso subordinata al contesto giuridico processuale. La mediazione familiare può invece essere decisa in qualsiasi momento, prima o dopo la separazione, talvolta anche anni dopo il divorzio.
Terza differenza: Il CTU si trova in una posizione intermedia tra due sottosistemi. Da un lato il sistema giudiziario dal quale è provenuto l’incarico, dall’altro il sistema familiare in fase di separazione. Il mediatore invece ha contatto e rapporti unicamente con il sistema familiare.
Una ulteriore differenza riguarda il mandato che viene affidato ai conduttori di questi processi. Il compito affidato al CTU è normalmente l’analisi delle caratteristiche di personalità e la modalità con cui i genitori si pongono in relazione con i figli, oltre alla valutazione delle capacità genitoriali di entrambi. Nella mediazione questo tipo di valutazione rimane molto più sullo sfondo, e lascia più spazio all’intervento finalizzato a facilitare la comunicazione tra i genitori.
Quinta differenza, relativa ai compiti: quello del CTU è soprattutto di tipo valutativo, in relazione all’incarico ricevuto dal giudice, mentre il compito del mediatore è quello di promuovere e agevolare un cambiamento nelle relazioni tra gli ex coniugi, al fine di ridurre il tasso di conflittualità nell’interesse dei figli. Va in ogni caso osservato come nelle consulenze tecniche l’atteggiamento stia un po’ alla volta cambiando, soprattutto da parte dei CTU più competenti, che arricchiscono il proprio intervento anche di aspetti facilitativi e risolutivi del conflitto, al punto da potersi individuare in molti casi le caratteristiche di un vero e proprio intervento clinico.