MODELLI DI MEDIAZIONE FAMILIARE - 8 gennaio 2021
Come è ovvio i modelli di riferimento per la conduzione di un processo di mediazione familiare sono più di uno. L’elenco che segue non vuole ovviamente essere esaustivo, e va soprattutto considerato il fatto che questi modelli non vanno necessariamente applicati in toto, potendosi anche ipotizzare a seconda dei momenti applicazioni ora dell’uno, ora dell’altro.
Seguendo la classificazione che offrono Dino Mazzei e Vittorio Neri nel loro testo sulla mediazione familiare, una primissima distinzione di carattere generale va fatta tra i modelli che hanno un approccio più negoziale e quelli dall’approccio più terapeutico. I primi sono mutuati dalle mediazioni di ambito commerciale e insistono sulla neutralità del mediatore, che si astiene da qualsiasi considerazione e controlla semplicemente la formulazione degli accordi e il loro successivo rispetto. I modelli di approccio terapeutico invece prevedono un approccio del mediatore più interventista, attenta all’equità degli accordi (condizione perché essi resistano al tempo), oltre alla rispondenza di essi all’interesse dei minori.
Più in dettaglio i tipi di mediazione sono:
- 1. la MEDIAZIONE NEGOZIALE, di provenienza specificamente statunitense, nella quale il mediatore svolge la funzione di guida e organizzazione della trattativa nonché di garanzia dei processi decisionali, senza riguardo alla posizione delle parti poiché discutere di tali posizioni porterebbe all’impasse della trattativa. La tecnica adottata invece si basa su una definizione congiunta del problema e sull’individuazione delle soluzioni possibili, secondo quattro principi: a. l’idea della normalità del conflitto in questi casi; b. la convinzione della competenza negoziale dei clienti, per quanto magari temporaneamente ridotta dal conflitto; c. il processo di self empowerment che la mediazione può garantire ai partecipanti che man mano che proseguono i lavori si rendono conto di aumentare le capacità di autocontrollo; d. il focus attentivo rivolto sempre al futuro piuttosto che a un passato generatore di conflitti.
- 2. La MEDIAZIONE STRUTTURATA, nella quale invece il mediatore si pone come vero e proprio punto di riferimento per la coppia, e parte dalla necessità di una ristrutturazione del modello familiare, data dal processo separativo in corso. Secondo lo schema ideato dall’Avvocato O. J. Coogler (che oltre a essere Avvocato era anche Terapeuta Familiare), si ha una fase I in cui le parti esplicitano le difficoltà che stanno incontrando nel processo separativo, una fase II di raccolta di informazioni, una fase III in cui vengono formulate le possibili opzioni e una fase IV in cui viene scelta l’opzione condivisa.
- 3. La MEDIAZIONE INTEGRATA, che prevede l’intervento di sue professionisti, Mediatore e Avvocato, che possono toccare i medesimi temi ma ognuno dal proprio punto di vista. È un tipo di mediazione molto utilizzato negli Stati Uniti.
- 4. Un approccio più europeo prevede la MEDIAZIONE INTERDISCIPLINARE, nel quale il legale affronta le questioni di carattere più squisitamente pratico come le questioni di tipo economico, mentre il mediatore si occupa di ridurre le aree di conflitto allo scopo di predisporre i partecipanti al raggiungimento degli accordi.
- 5. Infine la MEDIAZIONE TERAPEUTICA, che parte dal presupposto in base al quale, prima di intraprendere il processo di mediazione in senso stretto, occorre rendere stabili le relazioni tra le parti, ponendole nelle condizioni di potersi confrontare in modo meno conflittuale. Il presupposto tipicamente sistemico di questo approccio è che ogni famiglia ha sviluppato un modello di interazione tra i membri, che con la separazione viene travolto. Il processo di mediazione è indirizzato alla ricerca di una nuova stabilità, aiutando la coppia a modificare i pattern interattivi disfunzionali. Un ipotesi di lavoro è che – trattandosi di pattern che hanno a suo tempo contribuito alla separazione – sia proprio il rivolgimento generale dato da questo evento che può alla, lunga diventare un alleato del mediatore e dei componenti la coppia a trovare un nuovo modo e nuovi pattern più funzionali, nell’interesse soprattutto dei figli.