FINALITA’ DELLA CTU NELLE SEPARAZIONI - 7 dicembre 2020

In un precedente intervento veniva sottolineato un possibile atteggiamento discutibile da parte del consulente di parte in una CTU, che consiste nella volontà di far “vincere” il proprio cliente. Atteggiamento discutibile perché dovrebbe essere chiaro che il vero interesse da tutelare è quello dei minori. Aderire pedissequamente alla posizione di una parte in conflitto da parte di entrambi i CTP significa che a loro volta iniziano un contenzioso, e il conflitto si perpetua.

A cosa serve invece la Consulenza Tecnica di Ufficio (CTU)? Essa “può essere uno strumento prezioso, un’occasione per mettere in moto un processo di riflessione e consapevolezza circa le dinamiche disfunzionali che vede coinvolti i genitori rispetto al loro assetto individuale, alle dinamiche di coppia e familiari” (M.R. Consegnati, C. Macrì, B. Zoli, La Tutela del Minore nella Separazione Conflittuale, Milano, Franco Angeli, 2018, pag. 16). Insomma, spiegato con altre parole, il processo della CTU pone i genitori nelle condizioni di rivisitare in modo critico le vicende personali e relazionali che li hanno condotti ad alimentare il conflitto, e in questo senso il ruolo del CTU è cruciale almeno quanto quello dei CTP: la funzione di questi professionisti può essere sintetizzata in tre punti, due rivolti al passato, e uno al futuro.

  • a. Far comprendere a ciascuno dei coniugi il ruolo avuto nelle dinamiche relazionali che hanno condotto alla separazione, nella consapevolezza che non si è mai di fronte a una vittima e a un carnefice designati, ma a due soggetti che ognuno per la propria parte, hanno aiutato il sistema a evolvere verso il conflitto.
  • b. Far comprendere a ciascuno dei coniugi le ragioni dell’altro. Il conflitto rende difficile innanzi tutto il riconoscimento delle ragioni altrui, e una loro riscoperta non può che giovare all’intero percorso.
  • c. Insistere e valorizzare i punti di forza di ognuno dei genitori, permettendo un’operazione di recupero delle aspettative sul futuro che il conflitto tende a bloccare, rendendo eterna la percezione del presente e delle sue difficoltà.
In questo senso il compito dei CTP è di operare sulla base dei punti a) e b) sopra descritti; quello del CTP è di indirizzare la propria attività verso il punto c).
Si tratta di obiettivi che sono perseguibili soltanto con un’azione concorde e coordinata del CTU e di entrambi i CTP. È purtroppo evidente nell’esperienza empirica che basta che uno di questi attori manchi al proprio compito per mantenere la situazione nel conflitto, che è poi l’habitat che i genitori conoscono meglio, e nel quale tendono a trovarsi in qualche modo a proprio agio.