IL PERCORSO DI MEDIAZIONE FAMILIARE E LA SEPARAZIONE DEI RUOLI - 19 luglio 2021
Gli scopi di un percorso di mediazione familiare sono i più vari e dipendono dalle specifiche situazioni e vicende della coppia in separazione.
Per raggiungere tali scopi – qualsiasi essi siano - occorre che si verifichino alcune precondizioni (la capacità di ottenere la permanenza nella stessa stanza, la costruzione di un dialogo, un ascolto reciproco ecc.), e successivamente a queste precondizioni ce n’è una comune a ogni percorso, che è alla base di qualsiasi risultato. Questa condizione consiste nella separazione del ruolo coniugale da quello genitoriale.
Si tratta di un processo non banale e non semplice, che richiede una generale ristrutturazione dei rapporti tra i separandi. Sul piano coniugale si sta infatti verificando un cambiamento radicale, mentre va fatta salva una continuità sul piano genitoriale. Emery parla a questo proposito di una vera e propria “ridefinizione dei confini che riguardano il mondo interiore di ciascun soggetto” (R. Emery, “Il Divorzio, Rinegoziare le Relazioni Familiari”, F. Angeli, 1994 pag. 40). Secondo questo autore un livello alto di conflittualità tra gli ex coniugi è indice di un coinvolgimento ancora eccessivo sul piano emotivo, e ciò non è infrequente in un processo di separazione. Ma questo eccessivo coinvolgimento emotivo incide sulla stessa continuità nel rapporto genitoriale.
L’obiettivo del processo è pertanto quello di permettere ai soggetti coinvolti di limitare e circoscrivere il conflitto, che perpetuandosi impedirebbe loro di recuperare e valorizzare le proprie capacità genitoriali. Il passaggio obbligato consiste nel permettere loro di esprimere la propria emotività: da un lato condividendo il proprio mondo interiore, e dall’altro ascoltando la descrizione del mondo interiore dell’altro. Il tutto in un ambiente “protetto” dalla presenza del professionista, che li aiuti fare i conti con la situazione in un’ottica nuova.