MALINTESI SULLA MEDIAZIONE FAMILIARE - 14 novembre 2020
Qualsiasi percorso si intenta intraprendere è legato a delle aspettative, e la mediazione familiare non fa eccezione. Purtroppo – e anche in questo la mediazione non fa eccezione – talvolta quelle aspettative sono irrealistiche.
I principali argomenti su cui può presentarsi un qualche elemento irrealistico nella mediazione familiare hanno a che fare con scopi e esiti.
A proposito degli scopi, da parte del coniuge che sta subendo il processo separativo talvolta si innesta l’aspettativa che la mediazione abbia lo scopo di interrompere questo processo, di farlo rientrare, e che la vita di coppia possa riprendere più o meno secondo le sue aspettative. In realtà il percorso della mediazione ha come scopo quello di facilitare il dialogo, non di modificarne i contenuti. E tutto ciò sempre nell’interesse dei minori coinvolti in un processo che non comprendono e che il più delle volte subiscono. Ciò non significa che una scelta separativa non possa rientrare, ma non è quello l’obiettivo della mediazione.
Per quanto invece riguarda gli esiti, può talvolta ingenerarsi l’aspettativa che il processo separativo, grazie alla mediazione, sarà un processo agevole e privo di strascichi. Non è così: il percorso rimane complesso, potenzialmente doloroso e i livelli di incomprensione della vicenda sottostante saranno più bassi ma mai del tutto azzerati. Per usare le felici parole usate da Robert Emery oltre 25 anni fa, “ci sono modi migliori e peggiori per divorziare, e ci sono modi migliori o peggiori per risolvere i contrasti relativi all’affidamento dei figli, ma non ci sono soluzioni che garantiscano la felicità: nessun approccio, insomma, neppure quello proprio della mediazione, è una panacea”.