Qual è il senso di una sezione in cui si commentano libri - la maggior parte dei quali di narrativa - in un sito di Psicoterapia e Mediazione Familiare?
Apparentemente nulla. Ci si aspetterebbero commenti sulla depressione o sull'ansia, ma i libri cosa c'entrano?
La mia opinione è che i libri c'entrano eccome.
Come lettore mi aprono a mondi plurimi rispetto al ristretto orizzonte della mia vita quotidiana.
Come terapeuta mi raccontano vicende, modi di pensarle e affrontarle che tanta similitudine hanno con le storie che sento ogni giorno nel mio lavoro.
E mi permettono di imparare, pagina dopo pagina.

Ellroy - Kiedis

Questa è una recensione particolare, che non riguarderà commenti e riflessioni su uno specifico libro, ma si baserà sul rapporto tra due opere anche se molto diverse tra loro. L’idea che ho – peraltro un po’ retorica e già nota – è che con i libri non comandiamo noi. Loro ci chiamano, sono loro che scelgono il proprio lettore e non viceversa, e proprio per questo il fatto di trovarsi a leggerne uno o a leggerne un altro dipende da fattori che non siamo in grado di comprendere. E così può capitare che determinate sequenze di lettura permettano di mettere insieme elementi inaspettatamente simili anche in libri diversissimi, i cui autori sembrerebbe non abbiano nulla a che spartire l’uno con l’altro.

Cosa può c’entrare un mostro sacro della letteratura noir come James Ellroy con il cantante e frontman di un gruppo rock funky rap metal (I Red Hot Chili Peppers)? Apparentemente nulla, e sia ben chiaro, il valore letterario di Scar Tissue non può essere paragonato nemmeno lontanamente a un’opera come “I Miei Luoghi Oscuri”. Anche le vicende apparentemente non hanno molto a che spartire. In un caso si racconta l’ascesa di un cantante dei nostri anni, l’altro muove dall’omicidio della mamma dell’autore avvenuto a fine anni Cinquanta. Poi però emergono le similitudini.


1. Intanto entrambi i libri hanno una forte componente autobiografica, poiché entrambi partono dall’infanzia dei protagonisti e arrivano ad anni recenti;

2. In secondo luogo sia la storia di Anthony Kiedis, sia quella di James Ellroy ha come punto di partenza il divorzio dei genitori;

3. Entrambi i protagonisti vivono nella venerazione del padre;

4. Ed entrambi devono un po’ alla volta fare i conti con il colossale livello di inadeguatezza – per motivi diversi - della figura paterna;

5. Entrambi entrano nel vortice della tossicodipendenza;

6. Entrambi ne escono, seppure con diversi gradi di definitività (quello di Kiedis pare un po’ più precario, se non altro per una questione anagrafica);

In entrambi i casi c’è infine un Grande Personaggio che aleggia sulla vicenda, che l’accompagna e che ne è al tempo stesso palcoscenico, spettatore e attore. Si tratta della città di Los Angeles, descritta negli anni Sessanta e Settanta nel caso di Ellroy, e negli anni Ottanta e Novanta da Kiedis. Sono le atmosfere di questa città, frenetica e spietata (poi leggendo Bukowsky potrà perfino apparire placida e sonnolenta) che danno un contesto alle vicende narrate dai protagonisti che probabilmente un’altra città renderebbe completamente diverso.

Comunque sia, che esista il caso o che nulla vi appartenga, l’occasione di leggere in successione questi due libri ha offerto la preziosa opportunità per un confronto tra differenze e similitudini, e questo ci riporta al confronto e alle differenze, e cioè a quel processo mentale alla base di qualsiasi processo di conoscenza.