Qual è il senso di una sezione in cui si commentano libri - la maggior parte dei quali di narrativa - in un sito di Psicoterapia e Mediazione Familiare?
Apparentemente nulla. Ci si aspetterebbero commenti sulla depressione o sull'ansia, ma i libri cosa c'entrano?
La mia opinione è che i libri c'entrano eccome.
Come lettore mi aprono a mondi plurimi rispetto al ristretto orizzonte della mia vita quotidiana.
Come terapeuta mi raccontano vicende, modi di pensarle e affrontarle che tanta similitudine hanno con le storie che sento ogni giorno nel mio lavoro.
E mi permettono di imparare, pagina dopo pagina.

Kazuo Ishiguro - Non lasciarmi - Super ET

Leggendo questo libro non potevo fare a meno di riflettere sul concetto di banalità del male. Questo concetto, utilizzato per la prima volta da Hannah Arendt a proposito del solerte grigiore degli esecutori dell’olocausto, mi viene da pensare tutte le volte che viene raccontata una qualsiasi forma di violenza espressa in modo routinario e distratto. La sollecitudine priva di rabbia con cui questo male si esplica, lo rende per il lettore ancor più inaccettabile e doloroso.

L’ambientazione è la campagna inglese in un qualche anno della seconda metà del ventesimo secolo. La protagonista Kathy vive all’interno di un collegio probabilmente dalla nascita. I ragazzi studiano, crescono e imparano in un’atmosfera apparentemente priva di elementi dissonanti, se non fosse per una strana aspettativa che tutti loro hanno nei confronti del futuro. Sono accomunati da un destino che il lettore non ha chiaro, ma che si capisce sarà terribile, anche se accettato senza alcun tipo di ribellione da tutti loro.

Il trascorrere degli anni e l’avanzare dell’età, comporta il passaggio di ognuno di questi ragazzi dal ruolo di semplice studente a quello di “assistente”, e poi a quello di “donatore”. Donatore di cosa, lo si intuisce dalle prime pagine del libro, anche se viene espressamente descritto solo a partire dalla seconda metà. La verità è che tutti loro sono destinati a passare attraverso una serie di operazioni chirurgiche nel corso delle quali vengono progressivamente privati dei propri organi, fino a quando moriranno.

Parlavo all’inizio di banalità del male. La cosa che colpisce nella lettura di questo libro è il senso di routine e di apparente normalità che caratterizza il comportamento dei professori di questi ragazzi e i responsabili del collegio in cui essi vivono. Ma questo senso appartiene anche agli stessi ragazzi che aspettano con apparente indifferenza il proprio destino, considerando quasi un onore l’essere chiamati al ruolo di donatore e alla serie di interventi di asportazione che li attende, fino a quando il loro organismo non sarà in grado di reggere e andranno incontro alla morte, che qui è vista come il coronamento ideale del loro compito in vita.

Scritto magistralmente dal premio Nobel 2017 Kazuo Ishiguro, questo libro affronta un tema non particolarmente nuovo e complicato da rendere senza scadere nel fumettone con grande maestria.