Sandro Veronesi - Caos calmo - Bompiani
Il protagonista si chiama Pietro Palatini, professionista affermato, padre di una bambina di dieci anni e sposato con Lara da dodici. O meglio, non sposato, ma convivente con Lara da dodici anni. Proprio per questo non è esatto definirlo “vedovo” quando Lara muore nel giorno in cui avrebbero dovuto sposarsi. Eppure al di là delle definizioni giuridiche Pietro è vedovo eccome, e deve ricostruire tutta la propria vita con una figlia e il senso di sconcerto e vuoto che la morte della sua donna lo condanna a vivere.
L’intero sviluppo del libro è il percorso nel deserto di quest’uomo, alla ricerca di un senso da restituire alla propria vita. il suo ruolo lavorativo gli permette di assentarsi dall’ufficio per il tempo che desidera, e così – senza obblighi lavorativi da rispettare quantomeno sul piano degli orari – egli sceglie il proprio posto.
E il proprio posto è la piazza di fronte alla scuola di sua figlia, nella quale egli comincia a sostare gran parte delle sue giornate mentre la bambina è in classe. Qui inizia a abituarsi al proprio nuovo stato, intraprende piccole abitudini (divertente quella con il bambino down che fa “salutare” dalla sua macchina con il telecomando), incontra alcuni personaggi che divengono un po’ alla volta passanti abitudinari nella sua esistenza, e questa vicenda della scuola apre un discorso personale. Questo libro l’ho letto nel 2009 e la scelta dell’autore di far sostare il protagonista davanti alla scuola della figlia per vivere il proprio lutto mi è sembrata una specie di bizzarria, un espediente letterario per raccontare una particolarità del personaggio privo di fondamenta solide. Ora che ho una figlia di 6 anni rileggo quella scelta con un’ottica completamente nuova, e cioè come il gesto naturale di chi decide di ripartire – più ancora che da un’eredità del passato – da ciò che conta per il futuro, suo e di chi ama di più.
Da questo libro è stato tratto un film che reputo splendido, diretto da Antonello Grimaldi e interpretato da Nanni Moretti nel ruolo di Pietro Palatini. Ho trovato particolarmente azzeccata la scelta di Moretti come attore, per la sua capacità espressiva di rendere il personaggio e il senso di caos calmo che attraversa la sua vita, con una capacità e una maestria rare.